"Sérénité Sahara"
Un viaggio immaginario tra le note di Fauré e i suoni del Marocco L'idea che ha dato vita a "Sérénité Sahara" è stata quella di ricreare, attraverso la musica, un "viaggio immaginario" compiuto da Gabriel Fauré. Immaginiamo il compositore francese che si appisola una sera e sogna di trovarsi in Marocco, all'epoca (30 marzo 1912) da poco diventato un protettorato francese. Per dare vita a questa suggestione, ho scelto di utilizzare due elementi chiave: Frammenti di elementi melodici o armonici tratti dalle principali composizioni di Fauré. Questi elementi, combinati e "assemblati", creano una traccia elettronica che rievoca l'atmosfera sognante ed errante. Il guembri, un antico "liuto" basso che deriva probabilmente dall'ngoni africano. Questo strumento, tipico della tradizione musicale Gnawa, è caratterizzato da un timbro caldo e profondo, perfetto per sottolineare gli aspetti più meditativi della composizione. L'utilizzo del guembri non è casuale: questo strumento è infatti utilizzato nei rituali Gnawa, che si svolgono prevalentemente durante la notte o al crepuscolo. Questo crea un ulteriore legame con l'atmosfera notturna e sognante che ho voluto ricreare. Sérénité Sahara è dunque un viaggio sonoro attraverso il tempo e lo spazio, un percorso che unisce la musica classica europea alle suggestioni mistiche del Marocco in un paesaggio di quiete e contemplazione, dove il deserto incontra le stelle. Un aspetto fondamentale di "Sérénité Sahara" è il dialogo tra due narrazioni parallele: quella musicale e quella storica-culturale. La fusione tra l'eredità musicale di Fauré e i suoni del Marocco non è solo un esperimento sonoro, ma un incontro tra epoche e geografie distanti. Attraverso la sovrapposizione di timbri, melodie e atmosfere, si sviluppa una conversazione tra due mondi che, pur differenti, trovano un terreno comune nella musica. Questo dialogo crea un ponte immaginario tra il sogno di un compositore europeo e la realtà sonora di una terra antica e vibrante, evocando un viaggio che trascende i confini del tempo e dello spazio. La mia ricerca musicale nasce dalla voglia di creare un dialogo tra tradizione e innovazione, tra passato e futuro, attraverso il suono. Con le mie composizioni per guembri ed elettronica, cerco di dare voce a narrazioni parallele che, pur appartenendo a mondi diversi, possono incontrarsi in un unico spazio sonoro. Il guembri, strumento a corde della tradizione Gnawa, è il punto di partenza del mio viaggio. Con il suo timbro caldo e profondo, porta con sé la memoria di antiche pratiche musicali, di ritualità collettive e di esperienze sonore tramandate nel tempo. Tuttavia, la mia esplorazione non si ferma alla tradizione: attraverso l’elettronica, trasformo e rielaboro le sonorità del guembri, creando una dimensione musicale in cui gli elementi del passato si proiettano nel presente e nel futuro. In "Sérénité Sahara", ho immaginato un incontro tra il mondo sonoro di Gabriel Fauré e le suggestioni musicali del Nord Africa, come se il compositore francese avesse sognato un viaggio attraverso il deserto. In "America Forever", invece, ho voluto esplorare il rapporto tra Giacomo Puccini e la modernità americana del primo Novecento, mescolando frammenti della sua musica con registrazioni d’epoca e nuove sonorità sperimentali. Attraverso questi lavori, cerco di creare un dialogo tra culture, epoche e linguaggi sonori differenti. La mia idea di "narrazioni parallele" non si limita a un semplice confronto tra generi musicali, ma diventa una vera e propria fusione tra tradizione e sperimentazione. È un incontro tra voci che, pur provenendo da contesti diversi, possono trovare un punto di connessione e di scambio.
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